Se ogni libro è un viaggio, allora “Lago di
luce” è un viaggio nel viaggio.
Accompagnare Elena alla scoperta di sé stessa,
e di tutta una nuova verità, è stato sicuramente emozionante ma,
allo stesso tempo, complesso.
Un cammino intimo e introspettivo (non
soltanto per la protagonista) in cui, all’iniziale curiosità, si
affianca un desiderio più sottile e impalpabile, quello di
comprendere, che diventa sempre più intenso, capitolo dopo capitolo.
La storia è narrata con stile semplice e
scorrevole, in grado, però, di trasformarsi in evocativo e
pittorico.
Ogni personaggio ha un suo ruolo definito, che
si scopre con il passare delle pagine.
Ci sono situazioni particolarmente toccanti,
altre lievi e serene. Ci sono state svolte per me non facili da
accettare, ma che mi hanno mostrato il racconto sotto un punto di
vista diverso, cui non avevo mai pensato. Non sempre l’ho condiviso
ma, ugualmente, l’ho capito.
Più si avanza nella lettura, più essa
intensifica la sua spiritualità. Domenico Corna parla di fiducia, di
fede, di cura e di affidarsi (a qualcosa o qualcuno). Lo fa con un
linguaggio pulito, schietto, in grado di travalicare riferimenti
concreti e di arrivare dritto al mio cuore, fino a portarmi a
chiedere (o ricordare) in cosa io credessi davvero.
La mia risposta è stata sorprendente e
familiare insieme. Era lì, sepolta sotto pianti, rabbia e dolore. Io
credo nell’Uomo.