La paura attraversa tante vite e si impossessa di molti nomi. Finire
nelle sue maglie è un attimo, superarla invece comporta forza
d’animo. Dominare la paura non è facile. Lo sforzo tra mente e
determinazione rallenta il respiro, ma non minaccia il proposito di
farcela. Certo, c’è paura e paura ed ognuna ha un percorso a sé che
può annientare o rafforzare lo spirito di chi sa che deve
combatterla. Per vincere la paura la si deve affrontare e nessuno è
preparato a questo. Non ci sono regole o indottrinamenti per
stenderla. Nulla è più efficace dell’energia che si allinea al
pensiero di riuscire a stenderla. Conoscere se stessi è un buon
punto di partenza. Occorre parlarsi, ascoltarsi, capirsi, per
stanare l’urlo della paura che si dilata come acrobazie che
diventano vortici e fiato. La paura ha sempre un vantaggio quando
avverte che ci si abbandona ad una resa senza fatica. Essa ti
cercherà nel sonno, nelle ore tranquille e in quelle di mezza
veglia. Le striature nerese hai la forza giusta diventeranno sole,
all’inizio saràpallido, ma poi risplenderà nel suo giallo.
In Il lago di Luce di Domenico Corna attraversi passaggi e fasi di
una ragazza che deve ritrovarsi. Per farlo è costretta ad affrontare
un viaggio che la metterà nella condizione di comprendere molte cose
di se stessa. Elena stuzzica la paura guardandola in faccia in un
percorso in solitaria che le consentirà di guardarsi indietro nel
riflesso di altre vite. La sosta in un lago è il suo punto di
partenza, è anche lo sguardo verso gli occhi di una bambina che
istintivamente la lega a sé. Il mistero poi farà il resto, aprirà
scenari sorprendenti ed inattesi.