Le Fobie, secondo una declinazione tutta
curvata sulla fragilità umana, sono capaci di paralizzare la persona
nel corpo e di annichilire il suo pensiero.
Il richiamo insopprimibile di un piccolo
specchio d’acqua, misterioso ed attraente, lontano dalle rotte
consuete – durante un sorvolo aereo – induce la protagonista, Elena,
a portarsi fisicamente in prossimità del lago di Luce, così
appellato, a motivo del forte riverbero del sole, e non soltanto, in
un territorio pressoché ignoto per un’esplorazione dai risvolti
imprevedibili. Ella si trova, d’emblée, nel gorgo di un viaggio
suggestivo, sul sottile confine tra realtà ed immaginazione, alla
ricerca faticosa della propria identità in un processo di
interiorizzazione profonda e foriera di salvezza intra facta, che la
vedono al centro di un mondo e di una comunità dai contorni
indistinti, ambiguamente oscillanti nel cono d’influenza di due
gemelli, Luce e Buio.
Il suo cammino, pieno di sorprese e di
inquietanti presentimenti, ma anche di appagamenti intimi, trova il
porto quieto in una visione privilegiata di esistenza spirituale,
grazie alla forza tutta insita nel suo essere – presente, attiva e
sperimentata alla bisogna – finalizzata, comunque, a esorcizzare le
paure sempre in agguato nella quotidianità.
Il romanzo è strutturato su un impianto
narrativo alquanto solido, connotato da uno scavo psicologico non
comune dei vari personaggi e la descrizione dei luoghi e delle
ambientazioni, sempre scrupolose, accurate e stupefacenti, per
essere tradotto in uno stile espositivo ricco di levità e di
delicatezza lessicale, ancor prima che disciplinato sintatticamente.
Un’opera di non facile decodificazione,
appartiene al genere intimistico-introspettivo, lato sensu, con un
target di riferimento di nicchia, titolata, al postutto, a entrare
nel novero degli scritti di valore che lasciano il segno nei
Lettori.