Cartesio disse che “la ragione non è nulla
senza l’immaginazione”. Volare con l’immaginazione è una
finestra alternativa che guarda verso il mondo, fatta di
sensibilità, che guarda col cuore e con la mente su orizzonti
differenti, e non solo con la ragione. Nuvole al tramonto è
questo. Un racconto che narra la storia di Martina, che si
ritrova divisa tra la realtà e un mondo alternativo creato
interamente dalla sua mente. Quasi prigioniera delle paure e
delle regole del mondo reale, o forse vittima della sua mente in
un’alternanza di mondi paralleli, quello creato dalla sua
fantasia e quello reale da cui fugge.
Martina fin dall’infanzia ha creato un
mondo tutto suo, in cui si rifugia e nel quale vive i suoi
desideri, senza confini, o limiti di spazio. Un mondo fatto di
natura, di boschi, di salici e di nuvole. Un mondo dove incontra
Ginetta, una madre amorevole e rassicurante, la sua casa, e il
figlio, Edi, che diventerà un amico per Martina.
Eppure, Martina si sveglia in un luogo
sconosciuto, non ricordando nulla di sé, della sua vita, ed è
come se vivesse in un limbo.
Una storia, quella di Martina, che si
alterna in flash temporali, tra passato e presente, tra fantasia
e realtà. Mondi alternativi, abitati da creature e personaggi
reali, o che sono puramente proiezione del mondo reale nel suo
mondo immaginario. Un mondo alternativo che si affianca al
reale. Una realtà che vede Martina messa nelle condizioni di
fare i conti con sé stessa. Martina ha un animo sensibile, si
emoziona, ma questo a volte può causarle molto dolore, e forse
questo la spinge a rifugiarsi in quell’immaginazione che però la
può lasciare ancor più confusa e disorientata.
Il racconto della storia di Martina ci
conduce per mano nelle varie fasi della sua crescita,
dall’infanzia all’adolescenza sino all’età più adulta e
consapevole… Eppure il passo verso l’allucinazione, quella che
definisce il mondo onirico di Martina, è breve, e tale da
renderla fragile in un’esistenza costellata di difficoltà.
La storia di Martina è un percorso tra
realtà e visione, ma forse è anche un vero e proprio viaggio
interiore, verso la conoscenza di sé stessa. È un sogno a occhi
aperti, quello di Martina, o è un distacco dalla realtà, un
inganno, che intrappola nei labirinti della mente, in
quell’immaginazione quasi malata?
La sua immaginazione aiuta Martina nei
momenti bui; evadere dalla realtà la rende libera, eppure quella
che è la sua ancora di salvezza diviene quasi una necessità così
forte e potente, che per Martina è l’unico modo per star bene.
Eppure ritornarvi la rende schiava, quasi, e non può farne a
meno.
Martina dovrà imparare a gestire i suoi
vuoti di memoria e comprenderli, accettandoli. Ma soprattutto
dovrà affrontare quella realtà così dura per lei, la vita reale,
la quotidianità.
Ma perché Martina ha bisogno di evadere
dalla sua realtà? Cosa la spaventa a tal punto da disconnettersi
con ciò che la circonda e creare un nuovo mondo parallelo,
immaginario, dove tutto le sembra così vero e reale?
Guardare tra le nuvole, osservarne il
movimento, sentirne il trasporto. E ritrovarsi a farlo in un
mondo diviso tra realtà e immaginazione.
In questo alternarsi tra l’onirico e il
reale, tra immaginazione e presente, la stessa Martina
percorrerà numerosi ostacoli, incontrerà il dolore. Patirà
sofferenza, ma con una visione, cioè quella di arrivare a
dissipare i dubbi e risolvere quei misteri che la affliggono.
Tutto questo, e grazie anche a chi avrà un ruolo importante in
questo suo viaggio, consentirà a Martina di riscoprire sé
stessa, e così anche il lettore più coinvolto empatizzerà con la
protagonista e vivrà i suoi stessi dubbi, le sue stesse
sofferenze, sino quasi a cercare dentro di sé una risposta. Un
viaggio che la condurrà anche attraverso i ricordi perduti, e le
consentirà di ritrovare sé stessa e le sue emozioni,
rafforzandosi.
Una storia che fa pensare, ricca di
sfumature. Sapientemente scritta. Semplice nel linguaggio,
arriva a tutti anche per la vena poetica e quasi romantica che
si sprigiona attraverso le parole e le fasi della storia.
Tutto questo ci dà gli input per delle
riflessioni, su quanto sia necessaria la fantasia e lasciarsi
andare all’immaginazione, e al contempo riflettere su quanto può
essere labile e sottile il confine che porta la mente attraverso
l’immaginazione a giungere al limite della follia.
L’immaginazione può salvarci, ma a volte
possiamo confonderla con la realtà, ed entrare in un vortice
malato di inganno che può distruggerci. Vivere la fantasia per
sfuggire dalla realtà. E sentirsi libera. Felice. Normale.
Una lettura intensa e profonda, che fa
riflettere su quanto sia necessaria l’immaginazione anche nella
vita reale, per poter andare avanti nei momenti di difficoltà.
Evadere, forse, ma rimanendo coi piedi piantati per terra, certi
che credendo in sé stessi e nelle proprie capacità, questo
viaggio, che è la vita, non è poi così pauroso ed alienante.
Lettura molto scorrevole, quasi una favola
introspettiva raccontata in una descrizione di mondi
contrastanti. La grigia realtà e la colorata immaginazione. Una
lettura che quasi coccola il lettore, e lo immerge in una
visione leggera di una storia profonda e dal gusto un po’ acre.
E intanto, anche le nuvole continuano ad
accompagnarci in questa rinascita rivelando le cose più remote
presenti nell’animo.
“…i pensieri diventano veri quando le
nuvole appaiono al tramonto e ti portano a spasso facendoti
volare nello stesso modo in cui un aquilone fluttua nel cielo.”
A chi sarà incuriosito e lo sceglierà,
buona lettura!