“Quanti, dietro quei sorrisi, nascondevano
una tristezza e una disperazione come la sua?
Nuvole al Tramonto è la storia di Martina.
La storia di una bambina cresciuta troppo
in fretta.
Una storia di brutti vizi e cattive
compagnie; di strade, di scelte sbagliate che, almeno una volta,
hanno contraddistinto le nostre vite.
Martina non ha un hobby, un interesse. Uno
svago che la distragga; una bussola che le dica dove andare.
Così, giorno dopo giorno, è solita trascinarsi in una piazza
gremita di pessimi vizi e anime che, come la sua, tra una
boccata di fumo e l’altra, cercano la propria identità.
Ma la storia di Martina inizia quando le
sembrerà di aver toccato il fondo; di esser pazza. Quando non
sarà più in grado di distinguere tra immaginazione e realtà.
Quando l’impatto di quella che era le pioverà addosso su quella
che è. E, a quel punto, un unico, grande interrogativo: ma
Martina, esattamente, chi è?
“Due sono le vite: una da vivere e
un’altra da inventare.”
Mi sono rivista in Martina. Come lei,
siamo stati tutti, a tratti, costruttori e distruttori di mondi,
no? Un po’ tutti sognatori, non credete? Quante storie ci siamo
raccontati fin da bambini? E quante ne abbiamo vissute, senza
poterle davvero toccare?
Secondo me, tante. Troppe. Creiamo e
distruggiamo. Continuamente.
E credo che nessuno debba toglierci
questo: la possibilità di vedere di più. Di alzare gli occhi al
cielo e immaginare il mondo su misura per noi.
Con la sua prosa favolistica,
@domenicocorna.it è stato capace di dimostrarmi che, quando la
realtà si mischia con la fantasia, si è in grado di creare
luoghi meravigliosi. E lo ringrazio per questo.
Ammetto, però, di essermi persa nel
finale. Già, perché il finale, con le sue mille sfaccettature,
permette al lettore di scegliere la chiave di lettura che più
preferisce. Io ho scelto l’epifania, il riconoscimento finale di
sé: quel momento esatto in cui tutti i tasselli tornano al
proprio posto e Martina capisce finalmente chi è.