Hotel di Buona Speranza
Parte 1
Lontano da Nashville
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Gli altri lavori
Narrativa
Poesie
Favole
Domenico Corna
Hotel di Buona Speranza - Parte Prima
Lontano da Nashville - Primo Capitolo
Incipit
Le luci di Nashville, la città della musica, risplendevano in lontananza,
mentre Charles se ne stava seduto su una vecchia sedia a dondolo
sotto il portico di un motel. Guardava le mille luci dondolare
sulla superficie del lago. La luce blu della luna le scomponeva
e le ricomponeva con l’aiuto di una leggera brezza.
Nel parcheggio il traffico del fine settimana era intenso mentre un gruppo
di ragazzi si stringeva vicino parlando della gita del giorno
successivo. Il lago, pur non essendo una nota località
turistica, era molto frequentato. Gli abitanti del posto, al
contrario, non lo consideravano un lago, piuttosto il grande
fiume che, come un viandante stanco dopo un lungo tragitto, per
riposare, rallentava la sua corsa e si distendeva prima di
riprendere il suo viaggio verso il mare.
Charles ascoltava ogni rumore proveniente dall’acqua come se se ne volesse
nutrire. Apriva e chiudeva gli occhi immerso in una strana
tristezza cercando di dimenticare gli avvenimenti della serata,
facendo finta che non fossero mai accaduti.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla squillo del telefono. Lo sapeva chi
c’era dall’altra parte. Ebbe l’istinto di gettarlo nel lago, ma
poi si decise a rispondere.
«Ma dove sei finito?» chiese Steven, il suo agente. «L’autista mi ha detto
che te ne sei andato via. E’ vero?»
Charles rispose affermativamente, confermando la sua ipotesi.
«Non puoi comportarti in questo modo. Lo sai quanta gente ti sta aspettando
e quanti altri hanno lavorato per questo evento? Devi essere
professionale.»
«Si, lo so,» rispose Charles. «porgi a tutti le mie scuse, ma non potrò
esibirmi questa sera.»
Ci fu un lungo silenzio, poi Steven, affranto, riprese a parlare. «Va bene.
Annullerò il concerto e lo posticiperò in coda agli altri. Dirò
che ti sei sentito male e hai dovuto andare all’ospedale. Ma
domani mattina dobbiamo vederci per pianificare i prossimi
eventi.»
«Non ci saranno mai più altri eventi.» rispose Charles sommessamente. «Io
coi concerti ho chiuso.»
«Stai scherzando? Non puoi parlare in questo modo. Abbiamo un sacco di
lavoro da fare e poi ricordati che il mese prossimo devi entrare
in studio di registrazione per il tuo lavoro. E’ già tutto
programmato.»
Seguì un lungo silenzio. Charles sospirò. «Non entrerò nello studio di
registrazione e non farò mai più concerti. La mia carriera di
musicista termina adesso.»
«Ma che cosa stai dicendo? La tua carriera è appena iniziata. Abbiamo un
sacco di lavoro da fare. Non puoi gettare al vento il tuo
talento. Non lo puoi fare.»
«Si che lo posso fare. Dopo questa telefonata getterò via il telefono e non
riuscirai più a trovarmi.»
«Ti prego, aspetta.» Steven lo incalzò. «Capisco che adesso non stai bene. Succede a tanti musicisti prima di intraprendere questa carriera. Sono affranti e impauriti. Ma poi passa e capiscono i tanti lati positivi.»
Ci fu un istante di silenzio. «Prenditi pure qualche giorno per rilassarti,
vedrai che la paura passerà. Per qualche giorno non ti
disturberò. Attenderò che sia tu a chiamarmi.»
«Forse non mi sono spiegato correttamente. Io non ti chiamerò più.
Dimenticati di me, sono certo che troverai tanti altri musicisti
pronti a prendere il mio posto.»
Detto questo Charles chiuse la comunicazione, prese il telefono e lo gettò
via lontano nelle acque del lago.
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