Nuvole al Tramonto
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Domenico Corna
Nuvole al Tramonto - Parte Seconda
Quaggiù in Città - Quarto Capitolo
Incipit
Era buio
intorno quando Martina riprese il controllo dei pensieri. Le
nuvole si erano alzate all’improvviso. Erano lente a spegnersi
le immagini del traffico, della gente nella piazza, dei colori
del pomeriggio. Il silenzio della montagna contrastava con
l’animazione nella sua testa. Rimase seduta su un sasso fino a
quando i pensieri si ricomponessero docili nella testa.
La
prateria sembrava ancora di più un luogo senza dimensione, senza
limiti, i cespugli sembravano forme imperfette, galleggianti su
un enorme lago. Era stato un moto istintivo dovuto alla
sensazione di paura ad ottenere di staccarsi dalla piazza per
tornare. Era preoccupata nell’accorgersi di una ragazza tanto
diversa dalla piccola Martina sognatrice.
Da quel
giorno la sua vita era cambiata. Iniziò ad assentarsi durante
alcune ore di scuola ma, alla fine, smise di frequentare le
lezioni. In pochi mesi si trasferì in piazza. Così terminò
definitivamente la sua infanzia abbandonando l’immaginazione
tanto predominante. Smise anche di parlare con gli animali, di
sentirli come unici amici.
Avrebbe
voluto fermarla, parlare con lei. Ma conosceva i pensieri di
quel giorno, niente era stato più importante di andare in piazza
con uno scopo ben preciso. Era stata conquistata dal modo
diverso di vivere ostentato da quei ragazzi, da quella
sensazione di inattaccabilità, dai discorsi, gli atteggiamenti,
la musica e i loro sorrisi. Trovò il suo spazio in mezzo a loro,
a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Nella
prateria la notte era fonda, solo le nuvole scorrevano come
prima, ad impulsi. Martina le guardava con incertezza, aveva
perso la forte determinazione a cercare nel suo passato, era
quasi tentata di seguire il consiglio di Ginetta e godere delle
possibilità di questo posto senza memoria. Ma, come spesso
accade di fronte al pericolo o ad una catastrofe prevedibile,
affiora lo strano istinto ad andare incontro, forse per la
frenesia di uscirne al più presto o per la voglia di aggrapparsi
ad una speranza al di là della tragedia.
Seguendo
il suo desiderio, le nuvole iniziarono ad abbassarsi di nuovo.
Scomparvero le immagini della prateria e il silenzio in cui era
avvolta. Al loro posto riapparve la città e la piazza in uno dei
tanti pomeriggi. Se ne stava seduta sui bordi della fontana.
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