Nuvole al Tramonto
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Domenico Corna
Nuvole al Tramonto - Parte Quarta
Ritorno a Casa - Dodicesimo Capitolo
Incipit
Non lasciartelo scappare via
un′altra volta.
Era già scappato via. A lei sarebbe bastato anche solo non
dimenticarlo, non deformarlo col tempo. Mantenere intatta la
freschezza che ancora sentiva addosso, quel senso di libertà al
di là di qualsiasi altra.
Era stato difficile accettare non si trattasse di un′illusione,
un ricordo dell′infanzia, spinto su con troppa veemenza. Erano
immagini e stati d′animo faticosi da trattenere perché non
presenti nella sua realtà. Non era come leggere dalle nuvole di
notte, non c′erano le emozioni dentro, solo il loro ricordo. Era
difficile mantenere le sensazioni fedeli all′originale, ogni
volta si presentavano in maniera diversa, specchio dello stato
d′animo del momento. Le immagini cambiavano, si sovrapponevano e
alla fine cadevano giù.
Arrivava fino a tendere i muscoli dallo sforzo, ma le
immagini crollavano come un puzzle che perde tutti i pezzi. A
nulla valeva chiudere gli occhi e tentare di dissipare il buio
nella mente. Dietro il buio c′era altro buio.
Solo ogni tanto la mente riusciva a liberarsi, così
inaspettatamente senza preavviso, sembrava la marachella di un
bambino, svaniva nel momento stesso in cui veniva scoperta.
Iniziò ad andare in cerca di tutte le situazioni in grado di
innescare la fantasia. Lunghe passeggiate notturne in macchina
cacciando via ogni altro pensiero, ascoltando musica, spiando la
poca gente in transito sull′altro lato della strada con problemi
simili ai suoi, entità appartenenti ad un′altra dimensione.
Si fermava nelle stradine laterali, vicino ai boschi,
abbassava il finestrino ascoltando i rumori e annusando i
sapori. Talvolta scendeva allontanandosi un po′, solo fino a
quando l′impressione del buio riusciva a trasformarsi in paura.
Durante quelle passeggiate, se non si intratteneva in
profonde analisi, accadeva che la mente fosse più benevola ed
acconsentisse a viaggiare un po′ più in là. Riusciva persino ad
accorgersi di stare navigando senza tornare subito a terra, come
uno di quegli strani sogni consapevoli, in cui sembra di poter
dirigere le proprie fantasie.
***
Martina aveva
smesso di frequentare la piazza, anche se ogni tanto ci andava
per salutare i suoi vecchi amici. Non se le sentiva di rivelare
loro quale fosse la sua attuale opinione sul loro stile di vita,
la sensazione di superficialità nelle loro espressioni.
Non si sentiva più un′abitante della piazza ma neppure una di
quelle persone davanti alla fermata dell′autobus, con le loro
occhiate di disprezzo. Poteva definirsi una persona di
passaggio, senza sapere quale fosse la nuova direzione da
prendere.
Anche Daniele aveva abbandonato la piazza, trascorreva il
tempo immerso nella musica. Suonava con un complesso, componendo
canzoni che il più delle volte finivano in qualche cassetto. Ma
non si poteva lamentare, se ne andava in giro facendo piccole
tournee, talvolta il suo complesso faceva da spalla a grossi
gruppi, così riusciva a guadagnare anche qualche soldo.
Martina invece aveva trovato lavoro in un′edicola in una
delle vie del centro. Aveva preso in affitto un piccolo
appartamento in periferia. La vicinanza alla campagna la
ispirava di più. Talvolta si chiedeva se non fosse un po′ troppo
superba nel desiderare cose impossibili da ottenere. Se non
fosse invece il caso di abbassare le ali ed accettare ciò che la
vita si offriva di darle. Un lavoro, un ragazzo e un discreto
futuro.
In realtà lei non desiderava di più, non voleva un lavoro
migliore, una carriera o una nuova posizione sociale per
cancellare la sua precedente. Voleva solo un po′ della sua
vecchia fantasia, l′altopiano, il salice e le nuvole scorrere.
Lo sapeva di non avere più la fantasia necessaria per
costruire come da piccola, si sarebbe accontentata di gustare un
po′ del suo profumo, chiudere gli occhi e svegliarsi accanto al
salice. Sapere che comunque andasse la vita, aveva sempre
qualcosa di importante racchiusa nel cuore, più importante di
qualsiasi disavventura.
Aveva provato tante notti a chiudere gli occhi senza
addormentarsi, cercando un po′ di luce dietro le palpebre, ma
c′era solo il buio.
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