Parte 4
Parte 3
Parte 2
Era una mattinata fresca di marzo. Il forte
vento di scirocco, scorrendo per l’intera notte, aveva lasciato nel
cortile il profumo del mare, delle onde e dei più puri sapori
provenienti degli strati alti dell’atmosfera.
Il giorno prima Minichì aveva provveduto alla
pulizia del giardino, del cortile e del piccolo orto. Le bustine
contenenti le sementi da inserire meticolosamente nel terreno erano
già pronte in attesa della luna crescente.
Con la tuta, sempre lo stessa, ormai consunta
per i lunghi anni di utilizzo e un paio di vecchi stivaloni, si
diresse lentamente sotto il porticato per avviare il motocarro e
recarsi verso la discarica.
Uscì senza chiudere il cancello immettendosi
sulla strada. La gente, nel vederlo transitare, probabilmente a
causa del suo lavoro avvolto dal mistero, evitava di incontrare il
suo sguardo. Pur abitando da tanti anni nella medesima casa,
continuava ad essere considerato un forestiero.
Quando qualcuno gli rivolgeva una domanda
concernente la sua occupazione, Minichì rispondeva raccontando come
riguardasse viaggiare per l’intera l’Europa ad acquistare componenti
elettronici per rivenderli in seguito alle aziende sparse sul
territorio nazionale.
Spesso il cancello rimaneva chiuso per lungo
tempo a dimostrazione della sua assenza. La gente era indifferente
al riguardo; lui era uno straniero, una persona diversa dagli altri
abitanti del paese.
***
Era stata la mamma a chiamarlo Minichì, quel
nomignolo inconsueto. Nella sua infanzia solitaria, spesso, sul
pavimento di casa, lo osservava disegnare con un gessetto lunghe
strade con curve e biforcazioni. Iniziava dall’ultima stanza per
proseguire fino alla porta di casa. Allora si soffermava per
comprendere di che genere di gioco si trattasse, chiedendogli il
significato di tutte quelle strade.
«Un giorno farò il giro del mondo» rispondeva
Minichì alzando lo sguardo con un sorriso. «Devo prepararmi.»
«Il giro del mondo?» chiese un giorno la mamma
con le mani sui fianchi. «Si tratta di un lungo viaggio!»
Il bambino sorrise alzando le spalle. «Lo so.
Un giorno percorrerò le strade del mondo per asciugare le lacrime
della gente.»
Forse fu proprio quello l’istante in cui la
mamma, mossa da un sentimento di tenerezza piuttosto inconsueto da
parte sua, coniò quel nomignolo. «Minichì! Caro il mio piccolo
Minichì! Avrai una strada molto lunga da percorrere.»
La passione per il viaggio lo accompagnò lungo
l’intera infanzia. Spesso la mamma, non vedendolo, si chiedeva dove
si fosse recato in sella alla bicicletta. Al ritorno, il ragazzino
si vedeva costretto a confessare la fuga descrivendo nei dettagli i
luoghi inesplorati dove si era recato. La mamma allora lo guardava
scuotendo la testa. «Minichì, Minichì, stai attento! Ci sono tanti
pericoli là fuori sulla strada.»
Nel proseguo della vita, mutarono i mezzi di
trasporto ma non il desiderio. Dalla bicicletta si trasferì sulla
moto, infine su una vecchia automobile sostituita molte volte a
causa del raggiungimento di un eccessivo chilometraggio.
Quando arrivò il momento di dedicarsi al
lavoro, tenne fede al desiderio di viaggiare a cui abbinò la
passione per l’elettronica a cui si sentiva portato.
La musica era un’altra delle sue passioni. Ad
ogni occasione propizia per la richiesta di un regalo, pre-sentava
sempre la stessa: una chitarra. Dopo molte insistenze, la mamma, non
avendo la possibilità di procedere all’acquisto di uno strumento
nuovo a causa della precaria situazione economica, attese la sera di
Natale per regalargliela. Era una chitarra d’occasione, un poco
ammaccata per l’uso, ma provocò comunque la felicità del figlio.
La prima volta ad esibirsi davanti al pubblico
in un concorso per esordienti, la vista di quella chitarra rovinata
suscitò la comune ilarità da parte degli spettatori e dei candidati.
Ma Minichì, nel tempo, dopo aver provveduto a sostituirla con
un’altra più professionale, non volle mai separarsene custodendola
con cura in un armadio, come la fotografia preferita nell’album dei
ricordi.
Formazione -
Incipit
Parte 1
Disponibile per pubblicazione
Favole
Poesie
Narrativa
Minichì