Parte 4
Parte 3
Parte 2
Il volo si svolse in tranquillità e
all’arrivo, come preannunciato, qualcuno lo stava attendendo con una
divisa appropriata. Caricò il suo bagaglio e lo condusse al miglior
hotel della città dove gli venne riservata una camera eccellente.
Gli fu raccomandato, in caso di bisogno, di chiamare il numero
impresso sul biglietto da visita consegnato.
Minichì stette a lungo appoggiato al balcone
ad osservare la città coi suoi palazzi moderni mentre sulla destra,
nascosta da una coltre di umidità e fuliggine, si intravedevano
strade più affollate con un andirivieni tipico di qualsiasi altro
quartiere popolare.
Non sapeva la ragione per cui l’istinto avesse
scelto di condurlo in quel paese, in una città sconosciuta dove le
scritte riguardanti il suo nome erano state sostituite da poco, da
Astana in Nur-Sultan in onore del vecchio presidente.
In un agglomerato di popolazioni locali,
turche e russe a seguito di una storia piuttosto complicata, dopo
essere diventata una repubblica autonoma, a differenza di molte
altre, aveva mantenuto un buon rapporto con la Russia. Non ricordava
di aver letto situazioni politiche pericolose e neppure contrasti
etnici. Convivendo in pace, erano un esempio per molte altre in cui
i difficili rapporti erano sfociati in guerra.
Dopo essersi adeguatamente sistemato, decise
di intraprendere una passeggiata per visitare la città. All’aperto
venne accolto da un leggero vento fresco, con sapori differenti dal
solito. Gli sembrava di trovarsi da qualche parte in montagna.
L’aroma era gradevole tanto da socchiudere gli occhi per assaporarlo
e mantenerlo nella memoria.
Camminò lentamente svoltando l’angolo quando
un’automobile si fermò accanto e un uomo scese mostrando un
rigonfiamento nel suo giubbotto ad indicare come fosse armato.
«Mi segua!» ordinò aprendo la portiera
posteriore. «Non è nostra intenzione farle del male. Ma non
esiteremo se indugerà.»
Minichì stupito ma non impaurito osservò con
un sorriso l’uomo. «Forse vi siete sbagliati,» sussurrò allargando
le braccia. «io sono nessuno. Non comprendo come possa esservi
utile».
L’uomo si affrettò a spingere Minichì poco
cortesemente all’interno della macchina, richiuse la portie-ra e
ripartirono a velocità sostenuta.
«Come le ho precisato!» confermò l’uomo. «Non
abbiamo alcuna intenzione di farle del male ma abbiamo bisogno della
sua presenza nella nostra sede.»
Minichì si convinse non trattarsi di un
rapimento a scopo estorsivo, doveva essere differente la ragione del
suo sequestro. Il modo di parlare faceva intendere una persona di
una certa cultura. Minichì annuì rassicurando l’uomo, non avrebbe
intrapreso alcuna azione nel tentativo di liberarsi.
Il rapitore fu soddisfatto e mostrò un tiepido
sorriso. «Noi siamo gente per bene!» spiegò l’uomo. «Non è nostra
intenzione procurarle alcun fastidio. La riporteremo all’hotel al
termine dell’incontro.»
Situazione Imprevista -
Incipit
Parte 1
Disponibile per pubblicazione
Favole
Poesie
Narrativa
Minichì