Parte 4
Parte 3
Parte 2
Il volo giunse a Hong Kong alle cinque del
mattino. La sua destinazione era Shenzhen e per arrivarci doveva
prendere un autobus. Attese nel fresco e nell’umido di una panchina
all’esterno dell’aeroporto, rimuginando sulla ragione per cui avesse
accettato un incarico così complicato.
Dopo due ore di viaggio, giunse alla frontiera
con la Cina. L’autobus non proseguiva oltre. Nessuno parlava in
inglese ma riuscì a capire di dover scendere per recarsi a piedi
alla frontiera.
Mentre ai lati, i soldati in perfetto
atteggiamento militare, con imbracciate le armi perlustravano ogni
possibile trasgressione, Minichì attraversò un piccolo ponte
pedonale per giungere ad una grande costruzione adibita a frontiera.
Ebbe la possibilità di osservare appena sotto il camminamento un
vallo protetto da filo spinato su entrambi i lati e una eccessiva
quantità di cartelli affissi. Mezzi cingolati perlustravano la zona
procedendo lentamente.
Non riusciva a comprendere la ragione di un
così opprimente controllo transitando da una provincia ad un’altra.
Entrò nella grande costruzione affollata di
gente; ognuno, con qualche foglio in mano, era intento a scrivere su
approntati tavolini per recarsi poi in fila e consegnarli nei
numerosi accessi controllati.
Minichì si rivolse ad una delle guardie
mostrando il passaporto col visto. In maniera poco gentile, prese in
mano un foglio e gli fece capire di doverlo compilare per dirigersi
poi al controllo degli stranieri.
Scrisse diligentemente quanto richiesto pur
rimanendo nel dubbio di averlo compilato correttamente. Le
spiegazioni in inglese erano piuttosto approssimative.
Nessuno si trovava in coda nel controllo
riservato agli stranieri quindi si diresse consegnando il passaporto
e il foglietto. La guardia lo guardò fisso in volto, controllò il
passaporto e sorrise apportando qualche modifica al foglio
compilato.
Dopo qualche istante si ritrovò all’esterno
della costruzione, assalito da molta gente con domande impossibili
per lui da comprendere. Quando mostrò la mappa con l’hotel in cui
aveva la prenotazione, ognuno di loro interruppe la conversazione
senza un apparente motivo.
Si recò allora nella lunga fila di taxi in
attesa, ma ogni taxista, visionando l’ubicazione dell’hotel, scosse
il capo rifiutando di accoglierlo a bordo.
C’erano alcune guardie a controllare la
situazione; a una di loro si rivolse per ottenere assistenza,
mostrando la mappa. La guardia annuì dirigendosi verso il primo taxi
in attesa e, con gesti decisi, lo ammonì. Chiamò quindi Minichì,
invitandolo a salire.
Dieci minuti più tardi si trovò davanti
all’hotel, comprendendo la ragione del rifiuto di tutti i taxisti.
Dopo una lunga attesa, il percorso era troppo breve per doversi poi
rimettere in coda e attendere il prossimo cliente. Minichì sorrise
consegnando una lauta mancia. Il taxista ringraziò inchinandosi.
Lontano Est -
Incipit
Parte 1
Disponibile per pubblicazione
Favole
Poesie
Narrativa
Minichì