La Nostra Pazzia
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Shiye
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Domenico Corna
La Nostra Pazzia - Parte Quarta
Shiye - Quindicesimo Capitolo
Incipit
«Papà,
per quale ragione hai imbrogliato quel ragazzo?» chiese Shiye
mentre Venanzio, dopo una finta per evitare un difensore, aveva
tirato la palla verso un suo compagno. Il bambino aveva voluto
seguire il padre, nascondendo il proprio spirito nella sua
testa.
«È un
gioco» rispose Venanzio. «C’è un accordo tra tutti i giocatori e
gli spettatori. Qui si può usare l’astuzia per fare in modo di
vincere.»
«Ma quel
ragazzo non è stato per niente contento di essere stato
imbrogliato» continuò Shiye. «L’ho visto chiaramente dalla sua
espressione.»
Venanzio
stava correndo indietro per dare una mano alla difesa. «Fa parte
del gioco. Quando succede a me ho la sua stessa espressione.»
«Non
capisco» insistette il bambino. «Tu mi hai insegnato la
necessità di essere sempre sinceri. Perché ti stai prendendo
gioco della gente.»
Venanzio
sorrise. «Stiamo divertendoci. Questa sera ti insegnerò a
giocare.»
«Si papà.
Vorrei proprio capire.»
Shiye
attese con pazienza il termine della partita quando gli spalti
furono equamente divisi tra gente felice per la vittoria ed
altrettanta scontenta.
«Papà se
è un gioco per quale motivo quella gente è così triste? Non
sarebbe stato meglio per loro non venire a questo evento?»
Venanzio
faceva parte della gente triste. Il Milan aveva perso la partita
proprio negli ultimi minuti. I suoi compagni e lui stesso se ne
stavano tornando negli spogliatoi col capo chino.
«Talvolta
si vince e talvolta si perde» sussurrò Venanzio. «Ma se non
partecipi non farai mai parte di questo divertimento. La
prossima volta forse toccherà a noi essere felici e loro essere
scontenti. Se fossimo sempre noi ad essere contenti per aver
vinto, non saremmo felici. Troppa felicità diventa poi
monotonia. Bisogna perdere per capire quanto sia bello vincere.»
Shiye
stette a pensare a lungo. «Come è complicato essere una persona
come voi. Sarà difficile imparare.»
Venanzio
sorrise.
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