Piccola Anima
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Alex
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Domenico Corna
Piccola Anima - Parte Terza
Alex - Ottavo Capitolo
Incipit
Di Zero non ebbe più notizie
e neppure degli altri personaggi incontrati nel suo lungo
viaggio. Dopo la delusione e la tristezza dei giorni successivi,
dovette riprendere in mano la sua vita. Talvolta, svegliandosi
alla mattina, rimaneva perplesso ritenendo quasi si trattasse di
un sogno. Ma il Piccola Anima stava lì a ricordargli come
fossero stati fatti realmente accaduti se pur al di là di ogni
logica come pure le persone incontrate alle quali aveva promesso
assistenza. Invece era stato proprio lui a fallire e, per questa
ragione, ad essere estromesso
Nelle parole di Zero, ci
stava la sentenza di colpevolezza per non avere avuto fiducia.
Ma, attraversare un oceano immenso col vento contrario a bordo
di un piccolo aereo adatto ad escursioni turistiche, era pura
follia. Chiunque al suo posto avrebbe avuto la stessa legittima
sensazione di paura. Per vincerla, non erano state sufficienti
le precedenti esperienze e neppure il volto sorridente e
rilassato di Zero. Là sotto c’erano le onde burrascose ad
attenderlo e la paura di morire avevano prevalso.
Per giornate intere se ne
stette a riflettere seduto sulla sedia accanto alla pista di
volo, incapace di ricominciare e dare un nuovo senso alla sua
vita. Persino di notte il pensiero continuava a ritornare
indietro alle stranezze, ai viaggi, alle persone incontrate.
Non seppe quando iniziò di
nuovo a vivere. Lo fece in maniera progressiva. Il pensiero fu
progressivamente distolto verso azioni più concrete. I ricordi
divennero sempre più avvolti dalla fantasia assumendo
l’impressione tipica dei sogni. Iniziò a tagliare l’erba della
pista, a ripulire l’hangar, il parcheggio e il vialetto di
accesso alla strada.
Solo talvolta, mentre se ne
stava a bordo del Piccola Anima da solo o con qualche cliente,
controllava inutilmente se il vento lo stesse spingendo verso
una destinazione programmata. Come quel pomeriggio quando, per
la periodica verifica inerente alla stabilità dell’aereo, si
trovò davanti un temporale. Evitò il naturale istinto a deviare
e si lasciò trasportare al suo interno. Il gesto fu tanto
sventato quanto distruttivo. Fu costretto ad atterrare in un
campo di mais e, oltre al trasporto al campo di volo, fu
costretto a pagare i danni al contadino.
Da quel giorno giurò di non
tentare mai più la sorte e considerò definitivamente conclusa la
sua avventura.
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