Col sacco sulle spalle, immersa nella confusione tra le visioni
notturne e i consigli della donna, Nuvola percorse lentamente il
deserto, questa volta con l’intenzione di tornare alla civiltà in
quanto le condizioni propizie si erano presentate senza ombra di
dubbio.
Questi erano i pensieri nella sua mente mentre incontrava i primi
segni della civiltà tra tracce di ruote, rifiuti gettati per terra e
bottiglie vuote dimenticate da qualche festa.
Incontrò una strada sterrata percorsa da mezzi fuoristrada. La seguì
fino a giungere alla confluenza con un’altra asfaltata. Guardò
entrambe le direzioni poi, sorridendo, seguendo l’ispirazione, prese
la decisione di dirigersi verso sud.
Qualche automobile iniziò a superarla. Gli occupanti rallentavano
cercando di comprendere che tipo di persona si trovasse a percorrere
un luogo così desolato.
Una delle automobili si fermò. Il vetro si abbassò e il volto
sorridente di una signora chiese se necessitasse di assistenza.
«Avrei bisogno di un passaggio verso la città» rispose Nuvola
sorridendo.
La signora la fece salire e insieme presero quella direzione.
Alle consuete richieste del motivo per cui camminasse nel deserto,
Nuvola acconsentì a rispondere rimanendo sul vago. Affermò dovesse
incontrare alcuni amici ma la macchina si era fermata qualche
chilometro prima, costringendola ad abbandonarla.
Sentirsi a bordo di un’automobile, le conferiva l’impressione di
trovarsi in un ambiente a lei non consono. Il tempo trascorso nel
deserto era riuscito a mutare ogni impressione oltre alla visione
stessa della vita.
La signora con gentilezza, dopo averla accompagnata nel centro di
una cittadina piena di villette di recente costruzione e un centro
dirigenziale con imponenti palazzi a mostrare la sua importanza,
fermò l’automobile vicino a un incrocio facendola scendere.
Sul marciapiede della città, in una sensazione di inconsapevolezza
su quale direzione prendere, rimaneva in attesa, certa che presto
avrebbe ottenuto indicazioni utili su come comportarsi.
La macchina dello sceriffo, notando una ragazza con un aspetto
alquanto disordinato e un sacco impolverato sulle spalle, accostò
chiedendole la ragione della sua presenza in città.
«Sto camminando in attesa» rispose Nuvola sorridendo. «Intanto
osservo la città.»
Lo sceriffo percepì dell’ironia nelle sue parole. Accostò la
macchina scendendo. «Mi favorisca i documenti!» chiese ponendosi
davanti.
Nuvola li estrasse porgendoli. Lo sceriffo tornò in automobile
iniziando il controllo. Subito si irrigidì scendendo e estraendo la
pistola. «Si inginocchi!» ordinò senza esitazione.
Prese le manette e le strinse alle sue mani. La fece alzare
volgendola verso di lui. «Lei è in arresto per fuga dal
penitenziario dove deve scontare la pena per rapina, violenza e
oltraggio.»
Nuvola non si oppose salendo a bordo, non sorpresa da quella
evoluzione. Subito si diressero verso l’ufficio. Finire dietro le
sbarre stava divenendo una consuetudine al ritorno nella civiltà.