«Non potete immaginare quanto sia emozionante osservarvi tutti qui
riuniti con un’unica intenzione, quella di opporsi all’invio
programmato delle armi» iniziò Susan.
Il silenzio seguì alla sua prima frasi mentre la maggior parte di
loro si stava chiedendo chi fosse quella strana ragazza mai notata
prima.
«Il parlamento ha approvato una risoluzione, relegando ai margini,
nascosta tra le righe dell’ultimo decreto, l’informazione riguardo
all’invio anche di ordigni nucleari. Dicono di volerle spedire
laggiù per difendere la pace e la libertà, la tipica frase innocente
per nascondere il vero volto di chi sta mentendo. Quale pace e quale
libertà ci si può attendere dalla minaccia concreta di voler
distruggere regioni intere, a qualsiasi nazione appartengano? Quale
pace e quale libertà nel cancellare città intere premendo un
bottone?
«Queste bombe non hanno niente a che vedere con la strategia, la
tolleranza, la discussione pacifica onde trovare un punto d’accordo
per risolvere i problemi, loro sono solo il simbolo della forza
cieca, del terrore, della cancellazione della vita. Non guardano
dove colpiscono e non avvertono chi si trova a condurre
pacificamente la propria vita. Senza alcuna pietà, lo eliminano.
«Ci assicurano, con queste strategie, di volerci difendere per
preservare la libertà conquistata, in quanto valore essenziale della
nostra costituzione. Forse, come viene spiegato, serviranno
solamente come deterrente, a incutere paura mostrando quanto la
nostra nazione sia determinata. Forse mai alcuna di quelle bombe si
abbatterà sui nemici. Però è arrivato il momento di chiederci chi
davvero siano gli amici e chi i nemici.
«Può essere considerato amico chi continua a terrorizzare la nostra
esistenza avvertendoci come, prima o poi, risulti inevitabile lo
scoppio della terza guerra mondiale? Che per questa ragione dovremo
strisciare per terra come vermi a cercare una ragione sufficiente
per continuare a vivere tra le macerie fumanti di un mondo ormai
dissolto?
«Chi sono gli amici e chi sono i nemici? Basta con la favola della
lotta del Bene contro il Male. Noi non siamo il Bene e gli altri non
sono il Male. Hanno solo abitudini differenti e, in caso di
dittatura, una lunga strada da percorrere per conquistare la
libertà. Non possiamo ergerci a giudici o divinità per porre ordine
nel pianeta. Non possiamo obbligarli alla nostra democrazia; oltre a
essere un’evidente contraddizione nei nostri valori da difendere,
diventerebbe un atto di aggressione e ferocia a cui non possiamo
associarci.»
La folla, dal silenzio iniziale, aveva cominciato a urlare la sua
approvazione. Nuvola se ne stava dietro di lei, in disparte,
sorridendo.
«Chi sono i miei nemici?» proseguì Susan. «Non lo sono certo quei
ragazzi come me a cui le bombe che stiamo inviando cadranno sulla
testa cancellando ogni sogno, ogni aspirazione, ogni desiderio di
vivere. Non lo sono certo le loro famiglie, i loro fratelli e le
sorelline col desiderio e la giusta pretesa di vivere come noi.
«Chi ci dà il diritto di negare a loro il futuro? Chi e in nome di
quale principio ci apprestiamo a inviare armi che distruggeranno le
loro città? La verità è che vogliamo appropriarci delle loro risorse
ed espandere il nostro potere in tutta la Terra! Io non voglio
rubare le loro ricchezze nello stesso modo in cui, per acquistarle
qui da noi, mi vedo costretta a lavorare duramente.
«I ragazzi come me, russi, cinesi o a qualsiasi altra nazione
appartengano, non sono mei nemici. Io vorrei camminare insieme a
loro tenendoci per mano per far sentire ai politici, di qualsiasi
nazione siano, che questo mondo ci appartiene, al di là del loro
desiderio di prevalere, di ogni possibile profitto. Se desiderano
combattere, lo facciano alla stregua delle guerre antiche. Si
pongano l’uno davanti all’altro e lottino a chi riesce a vincere
senza che alcuna conseguenza riporti la distruzione del pianeta in
cui viviamo.
«Oggi qui, adesso, insieme a voi, annuncio un impegno! Queste armi
non devono lasciare i nostri magazzini perché io devo difendere i
ragazzi come me, russi, cinesi o di qualsiasi altra nazione, nello
stesso modo in cui lavoreremo affinché anche loro siano pronti a
difendere noi. Questo è il mio impegno per il prossimo futuro!
«Non approvo le indicazioni suggerite dai nostri politici nel
considerarmi una cittadina di una nazione eletta da Dio. Io voglio
parlare con i ragazzi della Terra in quanto anche loro sono figli di
Dio come me, voglio imparare e insegnare con corretta reciprocità
senza alcuna presunzione di sentirmi superiore a loro.»
Susan alzò entrambe le braccia.
«Questo da oggi è il mio impegno!» gridò mentre con le mani alzate
faceva il giro del palco come a indicare il mondo intero. «Voglio
garantire a voi, miei lontani fratelli, anche se non vi conosco, che
non siete mei nemici! Non lo sono i vostri familiari e la gente con
cui vi recate a divertirvi in questo sabato sera. Lo è invece la
nostra classe politica col desiderio di sterminarvi. Io vi
difenderò! A costo della mia stessa vita, non permetterò che queste
armi lascino i nostri magazzini perché la vostra esistenza è
importante almeno quanto la mia e ho il dovere di proteggerla!»
Un urlo si sollevò dalla gente assiepata. Si erano tutti alzati in
piedi tendendo le loro braccia.
Nuvola, in diparte, molto emozionata, applaudiva.
«Prima di lasciarvi, devo spendere ancora qualche parola sulla mia
visione del futuro.
«Marceremo insieme contro i potenti nel nostro paese, visibili o
nascosti e lo stesso faranno tutti i ragazzi nel mondo. Non ci
lasceremo un’altra volta ridurre in schiavitù come è accaduto negli
anni trascorsi. Non ci faranno cambiare idea costruendo droghe utili
solamente a deviare la nostra attenzione. Non sarà la tecnologia,
una nuova potente e subdola droga, a frenare la trasformazione» urlò
alzando il suo smartphone nella mano. «Impareremo a usare questo
mezzo senza sia lui a usare noi.»
Interruppe il discorso guardando ognuno in volto.
«Noi siamo la nuova generazione col dovere di continuare a far
vivere il nostro pianeta. Non credete loro quando vi diranno che se
non agiscono in fretta a far diminuire la popolazione mondiale, su
questo pianeta non ci sarà più posto. Si tratta di una bugia! Non ha
niente a che vedere con l’obbligo morale di mantenere il nostro
pianeta migliore di quando lo abbiamo trovato.
«Prendetemi per visionaria, una malata di fantasia, ma credo che
quando giungerà il momento e saremo maturi abbastanza, altri mondi
saranno pronti ad accoglierci. Forse non ci sarà permesso fino a
quando non impareremo a vivere insieme rispettandoci reciprocamente.
Sconfiggiamo questa malattia dentro di noi e non ci saranno ostacoli
in futuro.
«Stiamo uniti, sorreggiamoci a vicenda quando le forze rischieranno
di mancare e quando ci sembrerà che nulla stia andando a buon fine,
facendoci sentire affranti e delusi. Risolleviamoci, prendiamoci per
mano, camminando insieme ci sentiremo più motivati!
«Il mondo ci appartiene! I politici devono sapere che agire per
conto della gente equivale a spendere la propria vita per il popolo
e non utilizzarlo a proprio scopo.»
Un boato sorse dalla gente raccolta che si alzò all’unisono
applaudendo mentre Susan salutava allontanandosi dal microfono per
avvicinarsi a Nuvola.
L’amica, con gli occhi umidi, strinse forte Susan. «Sono orgogliosa
di te!» sussurrò mentre la gente continuava a urlare la sua
approvazione.