Discorsi Mai Pronunciati
Giona
Minichì
Parte 4
Parte 3
Parte 2

 

«Non potete immaginare quanto sia emozionante osservarvi tutti qui riuniti con un’unica intenzione, quella di opporsi all’invio programmato delle armi» iniziò Susan.
Il silenzio seguì alla sua prima frasi mentre la maggior parte di loro si stava chiedendo chi fosse quella strana ragazza mai notata prima.
«Il parlamento ha approvato una risoluzione, relegando ai margini, nascosta tra le righe dell’ultimo decreto, l’informazione riguardo all’invio anche di ordigni nucleari. Dicono di volerle spedire laggiù per difendere la pace e la libertà, la tipica frase innocente per nascondere il vero volto di chi sta mentendo. Quale pace e quale libertà ci si può attendere dalla minaccia concreta di voler distruggere regioni intere, a qualsiasi nazione appartengano? Quale pace e quale libertà nel cancellare città intere premendo un bottone?
«Queste bombe non hanno niente a che vedere con la strategia, la tolleranza, la discussione pacifica onde trovare un punto d’accordo per risolvere i problemi, loro sono solo il simbolo della forza cieca, del terrore, della cancellazione della vita. Non guardano dove colpiscono e non avvertono chi si trova a condurre pacificamente la propria vita. Senza alcuna pietà, lo eliminano.
«Ci assicurano, con queste strategie, di volerci difendere per preservare la libertà conquistata, in quanto valore essenziale della nostra costituzione. Forse, come viene spiegato, serviranno solamente come deterrente, a incutere paura mostrando quanto la nostra nazione sia determinata. Forse mai alcuna di quelle bombe si abbatterà sui nemici. Però è arrivato il momento di chiederci chi davvero siano gli amici e chi i nemici.
«Può essere considerato amico chi continua a terrorizzare la nostra esistenza avvertendoci come, prima o poi, risulti inevitabile lo scoppio della terza guerra mondiale? Che per questa ragione dovremo strisciare per terra come vermi a cercare una ragione sufficiente per continuare a vivere tra le macerie fumanti di un mondo ormai dissolto?
«Chi sono gli amici e chi sono i nemici? Basta con la favola della lotta del Bene contro il Male. Noi non siamo il Bene e gli altri non sono il Male. Hanno solo abitudini differenti e, in caso di dittatura, una lunga strada da percorrere per conquistare la libertà. Non possiamo ergerci a giudici o divinità per porre ordine nel pianeta. Non possiamo obbligarli alla nostra democrazia; oltre a essere un’evidente contraddizione nei nostri valori da difendere, diventerebbe un atto di aggressione e ferocia a cui non possiamo associarci.»
La folla, dal silenzio iniziale, aveva cominciato a urlare la sua approvazione. Nuvola se ne stava dietro di lei, in disparte, sorridendo.
«Chi sono i miei nemici?» proseguì Susan. «Non lo sono certo quei ragazzi come me a cui le bombe che stiamo inviando cadranno sulla testa cancellando ogni sogno, ogni aspirazione, ogni desiderio di vivere. Non lo sono certo le loro famiglie, i loro fratelli e le sorelline col desiderio e la giusta pretesa di vivere come noi.
«Chi ci dà il diritto di negare a loro il futuro? Chi e in nome di quale principio ci apprestiamo a inviare armi che distruggeranno le loro città? La verità è che vogliamo appropriarci delle loro risorse ed espandere il nostro potere in tutta la Terra! Io non voglio rubare le loro ricchezze nello stesso modo in cui, per acquistarle qui da noi, mi vedo costretta a lavorare duramente.
«I ragazzi come me, russi, cinesi o a qualsiasi altra nazione appartengano, non sono mei nemici. Io vorrei camminare insieme a loro tenendoci per mano per far sentire ai politici, di qualsiasi nazione siano, che questo mondo ci appartiene, al di là del loro desiderio di prevalere, di ogni possibile profitto. Se desiderano combattere, lo facciano alla stregua delle guerre antiche. Si pongano l’uno davanti all’altro e lottino a chi riesce a vincere senza che alcuna conseguenza riporti la distruzione del pianeta in cui viviamo.
«Oggi qui, adesso, insieme a voi, annuncio un impegno! Queste armi non devono lasciare i nostri magazzini perché io devo difendere i ragazzi come me, russi, cinesi o di qualsiasi altra nazione, nello stesso modo in cui lavoreremo affinché anche loro siano pronti a difendere noi. Questo è il mio impegno per il prossimo futuro!
«Non approvo le indicazioni suggerite dai nostri politici nel considerarmi una cittadina di una nazione eletta da Dio. Io voglio parlare con i ragazzi della Terra in quanto anche loro sono figli di Dio come me, voglio imparare e insegnare con corretta reciprocità senza alcuna presunzione di sentirmi superiore a loro.»
Susan alzò entrambe le braccia.
«Questo da oggi è il mio impegno!» gridò mentre con le mani alzate faceva il giro del palco come a indicare il mondo intero. «Voglio garantire a voi, miei lontani fratelli, anche se non vi conosco, che non siete mei nemici! Non lo sono i vostri familiari e la gente con cui vi recate a divertirvi in questo sabato sera. Lo è invece la nostra classe politica col desiderio di sterminarvi. Io vi difenderò! A costo della mia stessa vita, non permetterò che queste armi lascino i nostri magazzini perché la vostra esistenza è importante almeno quanto la mia e ho il dovere di proteggerla!»
Un urlo si sollevò dalla gente assiepata. Si erano tutti alzati in piedi tendendo le loro braccia.
Nuvola, in diparte, molto emozionata, applaudiva.
«Prima di lasciarvi, devo spendere ancora qualche parola sulla mia visione del futuro.
«Marceremo insieme contro i potenti nel nostro paese, visibili o nascosti e lo stesso faranno tutti i ragazzi nel mondo. Non ci lasceremo un’altra volta ridurre in schiavitù come è accaduto negli anni trascorsi. Non ci faranno cambiare idea costruendo droghe utili solamente a deviare la nostra attenzione. Non sarà la tecnologia, una nuova potente e subdola droga, a frenare la trasformazione» urlò alzando il suo smartphone nella mano. «Impareremo a usare questo mezzo senza sia lui a usare noi.»
Interruppe il discorso guardando ognuno in volto.
«Noi siamo la nuova generazione col dovere di continuare a far vivere il nostro pianeta. Non credete loro quando vi diranno che se non agiscono in fretta a far diminuire la popolazione mondiale, su questo pianeta non ci sarà più posto. Si tratta di una bugia! Non ha niente a che vedere con l’obbligo morale di mantenere il nostro pianeta migliore di quando lo abbiamo trovato.
«Prendetemi per visionaria, una malata di fantasia, ma credo che quando giungerà il momento e saremo maturi abbastanza, altri mondi saranno pronti ad accoglierci. Forse non ci sarà permesso fino a quando non impareremo a vivere insieme rispettandoci reciprocamente. Sconfiggiamo questa malattia dentro di noi e non ci saranno ostacoli in futuro.
«Stiamo uniti, sorreggiamoci a vicenda quando le forze rischieranno di mancare e quando ci sembrerà che nulla stia andando a buon fine, facendoci sentire affranti e delusi. Risolleviamoci, prendiamoci per mano, camminando insieme ci sentiremo più motivati!
«Il mondo ci appartiene! I politici devono sapere che agire per conto della gente equivale a spendere la propria vita per il popolo e non utilizzarlo a proprio scopo.»
Un boato sorse dalla gente raccolta che si alzò all’unisono applaudendo mentre Susan salutava allontanandosi dal microfono per avvicinarsi a Nuvola.
L’amica, con gli occhi umidi, strinse forte Susan. «Sono orgogliosa di te!» sussurrò mentre la gente continuava a urlare la sua approvazione.


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