In quel periodo della stagione, il sole riusciva a intrufolarsi tra
i due palazzi in fondo alla strada, colpendo Giona sulle palpebre
come una sveglia dispettosa con la indesiderata conseguenza di
riportarlo alla realtà. Non si trovava sdraiato nel suo letto dove
avrebbe desiderato. Non teneva ai piedi le pantofole con le quali
strisciare lentamente fino al bagno. Al suo fianco non c’era la
moglie ad augurargli la buona giornata; lei se ne stava in un altro
letto, a sorridere a un altro uomo col quale conviveva da diverso
tempo.
Era accaduto tutto così in fretta da non riuscire a mettere in
sequenza gli avvenimenti di un’esistenza fino a quel momento
regolare, senza particolari scossoni.
Nato da famiglia benestante si era laureato col massimo dei voti.
Alla morte dei genitori, aveva acquisito l’azienda di famiglia
conducendola lentamente ai vertici del suo settore. La gente lo
osservava con invidia, come un da esempio da imitare.
Forse se avesse riflettuto con ponderatezza, mostrando la medesima
scaltrezza utilizzata nel lavoro, avrebbe agito in maniera congrua.
Ma lui si fidava della moglie, non c’era ragione per cui non dovesse
seguire i suoi consigli quando giungeva ogni mattina per una nuova
firma da apporre, senza comprendere come tali suggerimenti non
potessero giungere dalla sua mente ma da quella di un esperto
avvocato fiscalista, col quale già si intratteneva nei momenti
liberi.
Quando la moglie, con le lacrime agli occhi, gli confessò di essersi
innamorata di un’altra persona e, per questa ragione, se ne sarebbe
andata via da casa, non aveva considerato che la sua intenzione
includesse portarsi via anche ogni suo avere. Al termine di un
contenzioso senza alcuna possibilità di vittoria, si ritrovò
cacciato dall’ufficio, senza casa e coi conti correnti svuotati.
Per qualche giorno fu costretto a dormire in macchina fino a quando
un ufficiale giudiziario con una intimazione, gli impose di lasciare
libera anche l’automobile. Giona si ritrovò seduto su una panchina,
privato di ogni avere.
Quel giorno giunse la ex moglie sedendosi accanto.
«Non preoccuparti!» gli sussurrò. «Sono sicura che ti riprenderai
presto. Tornerai alla situazione florida precedente. Cerca di
capirmi, ho la necessità di garantirmi il tenore di vita da sempre
sostenuto. Il mio nuovo compagno non vuole una donna priva di
risorse.»
Giona rimase incredulo nel vederla andarsene via col volto triste,
come se la disgrazia fosse caduta su di lei.