Parte 4
Parte 3
Parte 2
Le luci di Nashville, la città della musica,
risplendevano in lontananza, mentre Charles se ne stava seduto su
una vecchia sedia a dondolo sotto il portico di un motel. Guardava
le mille luci dondolare sulla superficie del lago. La luce blu della
luna le scomponeva e le ricomponeva con l’aiuto di una leggera
brezza.
Nel parcheggio il traffico del fine settimana
era intenso mentre un gruppo di ragazzi si stringeva vicino parlando
della gita del giorno successivo. Il lago, pur non essendo una nota
località turistica, era molto frequentato. Gli abitanti del posto,
al contrario, non lo consideravano un lago, piuttosto il grande
fiume che, come un viandante stanco dopo un lungo tragitto, per
riposare, rallentava la sua corsa e si distendeva prima di
riprendere il suo viaggio verso il mare.
Charles ascoltava ogni rumore proveniente
dall’acqua come se se ne volesse nutrire. Apriva e chiudeva gli
occhi immerso in una strana tristezza cercando di dimenticare gli
avvenimenti della serata, facendo finta che non fossero mai
accaduti.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla
squillo del telefono. Lo sapeva chi c’era dall’altra parte. Ebbe
l’istinto di gettarlo nel lago, ma poi si decise a rispondere.
«Ma dove sei finito?» chiese Steven, il suo
agente. «L’autista mi ha detto che te ne sei andato via. E’ vero?»
Charles rispose affermativamente, confermando
la sua ipotesi.
«Non puoi comportarti in questo modo. Lo sai
quanta gente ti sta aspettando e quanti altri hanno lavorato per
questo evento? Devi essere professionale.»
«Si, lo so,» rispose Charles. «porgi a tutti
le mie scuse, ma non potrò esibirmi questa sera.»
Ci fu un lungo silenzio, poi Steven, affranto,
riprese a parlare. «Va bene. Annullerò il concerto e lo posticiperò
in coda agli altri. Dirò che ti sei sentito male e hai dovuto andare
all’ospedale. Ma domani mattina dobbiamo vederci per pianificare i
prossimi eventi.»
«Non ci saranno mai più altri eventi.» rispose
Charles sommessamente. «Io coi concerti ho chiuso.»
«Stai scherzando? Non puoi parlare in questo
modo. Abbiamo un sacco di lavoro da fare e poi ricordati che il mese
prossimo devi entrare in studio di registrazione per il tuo lavoro.
E’ già tutto programmato.»
Seguì un lungo silenzio. Charles sospirò. «Non
entrerò nello studio di registrazione e non farò mai più concerti.
La mia carriera di musicista termina adesso.»
«Ma che cosa stai dicendo? La tua carriera è
appena iniziata. Abbiamo un sacco di lavoro da fare. Non puoi
gettare al vento il tuo talento. Non lo puoi fare.»
«Si che lo posso fare. Dopo questa telefonata
getterò via il telefono e non riuscirai più a trovarmi.»
«Ti prego, aspetta.» Steven lo incalzò.
«Capisco che adesso non stai bene. Succede a tanti musicisti prima
di intraprendere questa carriera. Sono affranti e impauriti. Ma poi
passa e capiscono i tanti lati positivi.»
Ci fu un istante di silenzio. «Prenditi pure
qualche giorno per rilassarti, vedrai che la paura passerà. Per
qualche giorno non ti disturberò. Attenderò che sia tu a chiamarmi.»
«Forse non mi sono spiegato correttamente. Io
non ti chiamerò più. Dimenticati di me, sono certo che troverai
tanti altri musicisti pronti a prendere il mio posto.»
Detto questo Charles chiuse la comunicazione,
prese il telefono e lo gettò via lontano nelle acque del lago.
Lontano da Nashville -
Incipit
Hotel di Buona Speranza
Parte 1