Parte 4
Parte 3
Parte 2
Era una stupenda mattinata luminosa. Dopo
il temporale notturno, il sole aveva iniziato a percorrere il
suo cammino con l’intenzione di mostrare tutta la sua bellezza.
Alex era uscito di casa lentamente avvicinandosi alla vecchia
sedia preferita. Con uno straccio l’aveva asciugata della
pioggia della notte e si era accomodato emettendo un lungo
sospiro. Scosse la testa guardando con attenzione la lunga
striscia di erba tagliata pochi giorni or sono. Si alzò di nuovo
per raccogliere qualche pezzo di ramo portato dalla furia del
vento e andò a depositarli con cura nell’apposita cesta. Tornò
quindi a sedersi sorridendo.
«Oggi è proprio una bella giornata.» Alzò
gli occhi verso il cielo in entrambe le direzioni. Alcune nuvole
si stavano formando e scorrevano lentamente. «Non c’è momento
migliore di questo per alzarsi in volo.» Si diresse verso il
vecchio hangar e aprì le grandi porte producendo il consueto
sgradevole scricchiolio. Il suo vecchio compagno di lavoro era
sempre lì ad attenderlo come un giovane puledro all’inizio della
primavera, ansioso di correre veloce.
Si avvicinò lentamente dopo un rapido giro
per controllare qualche eventuale anomalia occorsa nell’ultimo
volo. Sali quindi accendendolo e, ondeggiando lentamente sul
terreno sconnesso, il piccolo aereo si diresse verso la testata
pista, pronto per il decollo.
«Dove ci porterà il vento oggi, vecchio
mio?» Sorrise dando una piccola pacca sulla strumentazione.
Il decollo lo portò poco sopra il paese,
quindi stabilizzò l’aereo emettendo un lungo sospiro mentre si
guardava in giro. «Vedrai, vecchio mio, bisogna avere pazienza.
Presto saranno in tanti a venire qui da noi, desiderosi di
volare. Faremo fare loro le capriole per spaventarli giusto quel
tanto sufficiente per stimolarli. Vedrai, poi chiederanno di
tornare.»
Compì un largo giro del paese, quasi
sfiorando i tetti e costringendo la gente a guardare in alto.
Con un ampio gesto delle braccia salutò dando soddisfazione al
loro sorriso. Tornò verso il campo di volo ma, invece di
atterrare, toccò il terreno per riprendere di nuovo quota,
eseguendo il consueto “Touch and Go” tanto frequente durante
l’apprendistato nella scuola di volo.
Ogni volta, quando le ruote si staccavano
da terra, gli veniva in mente il suo vecchio istruttore e il
severo sguardo. Conseguire il brevetto di volo non era stata una
scelta, piuttosto una strana coincidenza e non sapeva se il
ricordo gli procurasse gioia o tristezza. Quel giorno si era
spento uno dei sogni a lungo ricercato, quello di acquistare una
casa in mezzo al bosco dentro la quale trascorrere una vita
solitaria.
Dopo una lunga ricerca tra agenzie e
annunci sui giornali era riuscito a trovarla in cima ad una
collina. Subito aveva rintracciato il proprietario versando
l’acconto per assicurarne l’acquisto. Ogni fine settimana
percorreva la lunga strada per salire e, pur non potendo
entrare, se ne stava a lungo seduto davanti alla porta
fantasticando sulle giornate future. Immaginava il prato
tagliato di fresco, le siepi, gli alberi, le coltivazioni e gli
animali da accudire.
Ma, un pomeriggio, il proprietario lo
chiamò per scusarsi a causa di una decisione contraria. Non
aveva più intenzione di venderla. Gli avrebbe restituito la
caparra incrementata del cinquanta per cento come da contratto.
In quell’istante, colto da un fremito improvviso, si sentì
sprofondare.
«Ma non è possibile. Dobbiamo trovare un
accordo.» insistette ritenendo si trattasse di una questione di
prezzo. Avrebbe accettato un aumento. Ma il proprietario fu
irremovibile e negò qualsiasi eventualità nella vendita.
Quello stesso pomeriggio, di ritorno dalla
casa del suo sogno infranto, mentre riportava indietro alcune
attrezzature, si trovò a percorrere la strada vicina al vecchio
campo di volo. Quella striscia d’asfalto non gli aveva mai
procurato desideri particolari ma quella volta, forse per
mitigare il dolore di un sogno infranto sovrapponendolo con un
altro da costruire, varcò il cancello e si diresse verso il
piccolo ufficio.
Piccola Anima -
Incipit
Piccola Anima
Parte 1