Ebbe bisogno di qualche istante dopo aver aperto gli occhi per
rendersi conto di non trovarsi più su una panchina nell’umido della
notte della sua città ma sulla sponda di un laghetto trasparente con
le sponde ricche di muschio e piccoli arbusti che sembravano sorgere
dalle sue profondità.
Lo sguardo rimaneva fisso nell’acqua che rimandava l’immagine di una
ragazza sconosciuta. Dubbiosa, sfiorò i lunghi capelli e ogni parte
del suo corpo per rendersi conto non si trattasse di un’altra
persona.
«Dovrai rimanere seduta sul grande sasso ancora per qualche istante
in modo da verificare se il tuo viaggio sia terminato» Era la voce
di Bill, trasferitosi anche lui dall’umidità della notte cittadina.
Avrebbe voluto porgergli mille domante ma per il momento annuì
rimanendo seduta rivolta verso lo stagno.
L’acqua iniziò a muoversi in un vortice come se un potente mulinello
si stesse formando nelle sue profondità. All’improvviso una grande
onda si staccò dalla superficie per investire la ragazza. Non ebbe
tempo neppure di volgere la testa altrove; per qual-che istante, si
trovò sommersa.
«Accidenti!» sospirò tentando di scollarsi di dosso l’acqua.
«Bentornata, Marì della terza generazione!» pro-clamò Bill
avvicinandosi. «Adesso puoi scendere.»
Depose un sacchetto con i vestiti per lei, girandosi dalla parte
opposta mentre si rivestiva.
«Presto questa situazione non ti procurerà alcun disagio» sussurrò
tenendosi a una certa distanza. «A proposito, qui il mio nome è
Trill e non Bill.»
«Ma sono una ragazza!» esclamò stupita dopo es-sersi rivestita.
«È vero! Tu sei una ragazza» rispose l’uomo. «Lo sei sempre stata.
Tu sei Marì e adesso sei Marì della terza generazione!»
Marì allargò le braccia mentre sorrideva per la stravaganza di un
vestito con tanti colori concentrici. Sembrava adatto per una festa
in maschera.
Trill comprese la sua sorpresa. «Questo vestito l’hai cucito tu
stessa. Sono i colori a contraddistinguerti.»
Marì aveva notato la perfetta aderenza del vestito col suo corpo
come se fosse stato confezionato proprio il giorno prima.
«Adesso usciamo dal bosco, Jill e Martina sono frementi nell’attesa»
la esortò l’uomo prendendola per mano e suscitando in lei un
ulteriore imbarazzo. Trill sorrise mentre entravano nel boschetto.
«Jill e Martina mi hai detto?» chiese non certa della loro identità.
«Tu le hai conosciute con nomi differenti. Nel loro viaggio Jill era
Irene e Martina, Miriam.»
Le due ragazze se ne stavano sedute sul prato poco distanti dal
boschetto. Quando videro Marì si alzarono di scatto correndole
incontro. Si fermarono ad un passo di distanza per il tradizionale
saluto della mano sul cuore. Marì sentì un potente calore entrare in
lei. Quando a sua volta, rispose ad ognuna di loro col medesimo
saluto, le due ragazze socchiusero gli occhi dal piacere. A
messaggio ultimato si scagliaro-no verso di lei abbracciandola e
urlando dalla gioia.